La
presente mostra contiene una selezione di tanghi italiani composti
durante il ventennio fascista. Non si tratta di una antologia di
canzoni con tema politico, bensì di brani composti durante
un lasso di tempo che permette di considerarli come parte integrante
di un repertorio omogeneo in quanto ai suoi tratti musicali e letterari.
Si propongono all'ascolto del pubblico una serie di esempi appartenenti
a una parte rilevante della produzione di incisioni su 78 giri posseduta
dall'Archivio della Discoteca di Stato. È un repertorio importante
perché appartiene ad un momento particolarmente ricco della
canzone italiana. Alla fine degli Anni Venti in Italia si verificò
infatti una ripresa della moda del tango che condusse gli autori
a creare un repertorio vasto e variato. In questa antologia sono
stati inclusi brani che rimangono tutt'oggi nella memoria collettiva
del Paese (come Chitarra
romana,
Violino
Tzigano,
Tango
del mare),
ed altri che raggiunsero una grande popolarità nel momento
della loro creazione e divennero oggetto di numerose versioni da
parte dei più famosi interpreti d'allora: Ritornano
le rose,
Sei
tu,
Domani,
Tangolita,
Portami
tante rose.
Infine, un altro gruppo è stato selezionato per il valore
musicale, letterario o documentale (riferimenti alla situazione
politica o aspetti della realtà sociale; relazione con altri
generi della produzione leggera italiana, spagnola o argentina;
contatti con lo stile esecutivo delle jazz band).
Dal
momento del suo arrivo, il tango occupò nell'immaginario
collettivo degli italiani uno spazio legato all'erotismo, al proibito
ed al mondo dell'esotico. Tra questi tre aspetti, forse è
proprio l'ultimo che è rimasto legato con maggior persistenza
al genere. Lo stesso desiderio d'esotismo che in Europa aveva favorito
negli ultimi decenni dell'Ottocento l'organizzazione delle Esposizioni
Universali, il nascere di archivi sonori dedicati a conservare musiche
extraeuropee e le prime ricerche etnomusicologiche, preparò
l'ambiente propizio ad una ricezione entusiasta del tango arrivato
d'oltreoceano negli anni che precedettero l'esplosione della Grande
Guerra.
Se
in questi primi mesi il fascino esercitato dalla componente esotica
del tango provocò la nascita di molteplici e spesso deliranti
attribuzioni genetiche del ballo, piú tardi questa stessa
connotazione diventò la causa dei più arditi accostamenti
geografici e culturali (di cui costituiscono esempio la confusione
fra le pampas argentine, le praterie dell'Arizona e le pianure dell'Ungheria).
Allo stesso tempo, però, la persistente connotazione esotica
mantenuta dal tango italiano ha fatto sì che l'Argentina
sia rimasta un punto di riferimento costante in rapporto con il
genere.
Questa sorta di "marchio d'identità" del tango
ha provocato fenomeni curiosi quali, ad esempio, la presentazione
della canzone Agata (di Pisano e Cioffi) come "vero tango argentino"
nella registrazione discografica che ne fece l'interprete Nino Taranto.
Tutto ciò non sarebbe che un aneddoto se non avesse provocato
alcune omissioni gravi nella bibliografia su questo tema.
[...]Per questo consideriamo necessario dedicare uno studio al tango
italiano in questo momento d'auge del tango rioplatense nel mondo;
fenomeno che determina un ambiente propizio ad un'analisi della
cultura sudamericana nella quale nacque e si sviluppò questo
genere, ma che contemporaneamente permette d'osservare alcuni aspetti
della storia del costume italiano in relazione a queste musiche.[...]
Il tango italiano rappresenta l'attuale derivazione locale del tango
rioplatense che penetrò nella Penisola nella seconda decade
di questo secolo e che subì tali trasformazioni attraverso
il tempo da diventare un genere proprio. Oggi in Italia convivono
con lo stesso nome due realtà diverse: il tango italiano
-nei suoi sottogeneri, quali il tango canzone del ventennio nero
e il tango liscio- e il cosiddetto "tango argentino",
praticato da gruppi di amatori sempre più numerosi. Queste
due realtà sono da sempre collegate da alcuni brani di autori
rioplatensi che sono stati inclusi nel repertorio leggero internazionale
(La
Cumparsita, El
choclo e pochi altri) e che sono conosciuti da tutti, indipendentemente
dal tipo di tango che si pratica. Ma tanto il tango italiano quanto
quello rioplatense mantengono le proprie differenze rispetto al
pubblico di fruitori -normalmente chi segue un tipo di tango tende
ad ignorare l'altro-, alle scuole di ballo, agli spazi e alle occasioni
d'uso (saloni, feste di paese, locali destinati in determinati giorni
ad un repertorio specifico). A questo fanno eccezione le scuole
di ballo che oggi in Italia propongono l'insegnamento di entrambi
i tipi di tango.
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