Museo dell'Audiovisivo
Discoteca di Stato

Universidad de Valladolid

© 2002

 

La presente mostra contiene una selezione di tanghi italiani composti durante il ventennio fascista. Non si tratta di una antologia di canzoni con tema politico, bensì di brani composti durante un lasso di tempo che permette di considerarli come parte integrante di un repertorio omogeneo in quanto ai suoi tratti musicali e letterari. Si propongono all'ascolto del pubblico una serie di esempi appartenenti a una parte rilevante della produzione di incisioni su 78 giri posseduta dall'Archivio della Discoteca di Stato. È un repertorio importante perché appartiene ad un momento particolarmente ricco della canzone italiana. Alla fine degli Anni Venti in Italia si verificò infatti una ripresa della moda del tango che condusse gli autori a creare un repertorio vasto e variato. In questa antologia sono stati inclusi brani che rimangono tutt'oggi nella memoria collettiva del Paese (come Chitarra romana, Violino Tzigano, Tango del mare), ed altri che raggiunsero una grande popolarità nel momento della loro creazione e divennero oggetto di numerose versioni da parte dei più famosi interpreti d'allora: Ritornano le rose, Sei tu, Domani, Tangolita, Portami tante rose. Infine, un altro gruppo è stato selezionato per il valore musicale, letterario o documentale (riferimenti alla situazione politica o aspetti della realtà sociale; relazione con altri generi della produzione leggera italiana, spagnola o argentina; contatti con lo stile esecutivo delle jazz band).

Dal momento del suo arrivo, il tango occupò nell'immaginario collettivo degli italiani uno spazio legato all'erotismo, al proibito ed al mondo dell'esotico. Tra questi tre aspetti, forse è proprio l'ultimo che è rimasto legato con maggior persistenza al genere. Lo stesso desiderio d'esotismo che in Europa aveva favorito negli ultimi decenni dell'Ottocento l'organizzazione delle Esposizioni Universali, il nascere di archivi sonori dedicati a conservare musiche extraeuropee e le prime ricerche etnomusicologiche, preparò l'ambiente propizio ad una ricezione entusiasta del tango arrivato d'oltreoceano negli anni che precedettero l'esplosione della Grande Guerra.

Se in questi primi mesi il fascino esercitato dalla componente esotica del tango provocò la nascita di molteplici e spesso deliranti attribuzioni genetiche del ballo, piú tardi questa stessa connotazione diventò la causa dei più arditi accostamenti geografici e culturali (di cui costituiscono esempio la confusione fra le pampas argentine, le praterie dell'Arizona e le pianure dell'Ungheria). Allo stesso tempo, però, la persistente connotazione esotica mantenuta dal tango italiano ha fatto sì che l'Argentina sia rimasta un punto di riferimento costante in rapporto con il genere.
Questa sorta di "marchio d'identità" del tango ha provocato fenomeni curiosi quali, ad esempio, la presentazione della canzone Agata (di Pisano e Cioffi) come "vero tango argentino" nella registrazione discografica che ne fece l'interprete Nino Taranto. Tutto ciò non sarebbe che un aneddoto se non avesse provocato alcune omissioni gravi nella bibliografia su questo tema.
[...]Per questo consideriamo necessario dedicare uno studio al tango italiano in questo momento d'auge del tango rioplatense nel mondo; fenomeno che determina un ambiente propizio ad un'analisi della cultura sudamericana nella quale nacque e si sviluppò questo genere, ma che contemporaneamente permette d'osservare alcuni aspetti della storia del costume italiano in relazione a queste musiche.[...]
Il tango italiano rappresenta l'attuale derivazione locale del tango rioplatense che penetrò nella Penisola nella seconda decade di questo secolo e che subì tali trasformazioni attraverso il tempo da diventare un genere proprio. Oggi in Italia convivono con lo stesso nome due realtà diverse: il tango italiano -nei suoi sottogeneri, quali il tango canzone del ventennio nero e il tango liscio- e il cosiddetto "tango argentino", praticato da gruppi di amatori sempre più numerosi. Queste due realtà sono da sempre collegate da alcuni brani di autori rioplatensi che sono stati inclusi nel repertorio leggero internazionale (La Cumparsita, El choclo e pochi altri) e che sono conosciuti da tutti, indipendentemente dal tipo di tango che si pratica. Ma tanto il tango italiano quanto quello rioplatense mantengono le proprie differenze rispetto al pubblico di fruitori -normalmente chi segue un tipo di tango tende ad ignorare l'altro-, alle scuole di ballo, agli spazi e alle occasioni d'uso (saloni, feste di paese, locali destinati in determinati giorni ad un repertorio specifico). A questo fanno eccezione le scuole di ballo che oggi in Italia propongono l'insegnamento di entrambi i tipi di tango.

 

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