Il
laboratorio che i Pirri avevano a San Marco Argentano, in provincia
di Cosenza, è oggi chiuso; nessuno più manipola largilla
per realizzare vasi , brocche, piatti che per oltre ottanta anni
lì sono stati prodotti.
Oggi lesterno del laboratorio è in un abbandono desolante:
poche tracce di terracotta in frantumi ed alcune pareti annerite
dal fumo.
Allinterno erano i due torni dove gli artigiani modellavano
largilla, poche macchine per impastare le terre con lacqua
e poi la grande fornace a pozzo.
Un ovale scavato nella terra cinto da basse pareti che poggiano
sul crogiuolo di creta. In questo vano erano posti a cuocere i manufatti,
al di sotto: il fuoco.
Durante la cottura i pezzi erano ricoperti da frammenti di terracotta
in modo da trattenere il calore per il tempo necessario a raggiungere
quasi i mille gradi. Il fuoco era alimentato dalla legna o dalla
segatura mista ad olio combusto di macchine. Una grande nuvola nera
sormontava lintera fornace, un grande respiro
che si ripeteva a brevi intervalli.
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