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ITINERARI > TACCUINI > A bordo della passerella
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Non vivo più in Calabria anche se è lì che sono nato e periodicamente ritorno in luoghi che hanno sempre attratto la mia fantasia di bambino e il mio interesse di adulto.
Così in una calda mattina di giugno sull’assolata spiaggia di Bagnara decido di imbarcarmi sulla ‘passerella’, una imbarcazione inventata negli anni sessanta per la pesca del pesce spada con l’arpione . Un’alta torre si erge sul ponte dell’imbarcazione da cui si cerca il pesce da catturare. A prua una lunga passerella permette di avvicinare l’animale da arpionare tradendone i sensi poiché il motore lo avverte ancora lontano da sé.
Il colpo d’arpione colpisce l’animale sulla nuca e la punta acuminata si sgancia dall’asta anche se rimane legata ad una robusta cima che è avvolta in lunghe spire sul ponte dell’imbarcazione. Si percepisce soltanto il rumore assordante del motore, nessuna scena cruenta è visibile: appena colpito il pesce s’inabissa e lentamente si dissangua in acqua.
Solo quando è estenuato viene issato a bordo e l’arpionatore o il capo barca ne scalfisce l’opercolo delle branchie con le unghie delle dita graffiando, con due precisi colpi, la pelle a forma di quattro linee parallele che si intersecano.
La nuca dell’animale sarà donata al parroco o al notabile locale il resto venduto dalle donne nel mercato di Bagnara.
Non un commento, non un moto di gioia, solo una sequenza di gesti antichi che segnano il lavoro dei pescatori dello stretto.

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