Torna alla pagina principale

Museo dell'Audiovisivo
Discoteca di Stato

Universidad de Valladolid

© 2002

 


TANGO IN ITALIA NEGLI ANNI '13 -'14
Durante i mesi che precedettero la guerra del 1914 il tango rioplatense conobbe nell'Emisfero Nord l'impressionante successo da tutti conosciuto, dovuto alla sua componente coreografica, che apportava un concetto nuovo, audace e tragressivo del ballo di coppia. I riferimenti al riguardo nella stampa dell'epoca costituiscono un corpus smisurato in relazione ai documenti musicali e letterari specifici -cioè, alla produzione locale di composizioni- e, nel caso dell'Italia, permettono persino di dare una lettura di numerosi fenomeni legati alla situazione sociale e politica che attraversava il Paese. Dalle tematiche sviluppatesi con l'introduzione della danza rioplatense nelle principali città italiane, traspaiono questioni tali come la crisi nelle relazioni tra Stato e Chiesa Cattolica, le denunce di un presunto rilassamento morale dei costumi sociali, l'ipocrisia delle classi benpensanti o la sottomissione della danza al giudizio di una serie di autorità morali sopra una sua eventuale pericolosità, in quanto fonte di corruzione individuale e sociale.
Conviene segnalare che gli aspetti che riguardano la ricezione del tango in Italia, sono trattati dalla stampa locale dell'epoca in un modo così esaustivo da sconfinare in qualche caso nella ripetizione ossessiva. È possibile intravedere molti aspetti della realtà politica e sociale d'allora, attraverso gli scritti che giornalmente si pubblicavano sulla nuova danza, giunta in Italia dal Sudamerica attraverso Parigi. Negli ultimi mesi del 1913 e nei primi dell'anno seguente il tango divenne un pretesto per commentare situazioni e realtà con le quali non aveva alcuna relazione.
È da evidenziare che, sebbene il 1913 sia l'anno della "comparsa"del tango come tema ricorrente nei giornali e riviste di mezza Europa, la pratica coreutica comincia in alcune capitali del continente alcuni mesi prima. I dati riguardanti Parigi compaino addirittura qualche anno prima. Questa metropoli è infatti riconosciuta come il centro da cui partì la diffusione europea del tango, come era accaduto con i balli di sala in tempi anteriori.
Il riconoscimento dell'origine argentina del tango è in alcuni casi associato a pregiudizi xenofobi. Il paese sudamericano, sebbene risulti vicino agli italiani per motivi legati all'emigrazione, si trova geograficamente molto lontano dall'Europa. Alla distanza fisica si associano a priori differenze culturali o sociali che provocano giudizi di valore. In alcuni scritti italiani le informazioni riguardanti aspetti della tradizione musicale argentina, sono così frammentarie e prive di contestualizzazione, da impedirne ogni possibile comprensione. Un esempio è la descrizione del velorio del angelito (durante la quale, secondo il giornalista, si balla il tango), come festa pagana che costituisce una "ripugnante visione di un'umanità affogata e imbestialita" .
La componente esotica si associa al tango attraverso attribuzioni genetiche confuse. Alcuni menzionano addirittura un'origine asiatica ("sarebbe stato importato dai gitani dall'Indocina in Spagna, e da questo paese in Argentina" ), altri cubana ("Gli argentini affermano che il tango è un'importazione cubana" ), o spagnola ("È sicuramente una variante dell'antico tango spagnolo, ma modificato nel temperamento tropicale dei cubani e dei negri dell'isola" ).

TOP