Torna alla pagina principale

Museo dell'Audiovisivo
Discoteca di Stato

Universidad de Valladolid

© 2002

 

LA CHIESA E IL TANGO
È nel mondo ecclesiastico che si verifica la principale attività di condanna del tango. Sebbene sia certo che in nessun documento appaiono dichiarazioni esplicite del Papa sul tema, è anche certo, però, che il Vicario di Roma alzò la sua voce contro la novità scandalosa. In una pastorale inviata ai parroci di Roma commenta la notizia -ricevuta da lui "con vivo dolore"- dell'introduzione di "una certa danza che, come venne d'oltremare è nel suo appellativo e nel fatto gravemente oltraggiosa al pudore, e che per questo fu già condannata da tanti illustri vescovi e proibita anche in paesi protestanti. In questa triste condizione è necessario che quanti hanno cura di anime levino coraggiosamente la voce in difesa della santità del costume cristiano e si adoperino con vigilanza a tener lontani i fedeli dai pericoli che minacciano di travolgerli nell'immoralità di un nuovo paganesimo."[...]L'articolo contiene una condanna di ogni tipo di danza e della "buona società" italiana, della quale si afferma che spesso non è precisamente "buona". Questa freccia lanciata contro i settori laici e progressisti della società, si inserisce nella linea degli attacchi che il Vaticano inviava contro questi in un momento di tensione nelle relazioni tra Stato e Chiesa. Nel Senato italiano si dibatteva in quel momento un progetto di legge sulla priorità del matrimonio civile su quello religioso e questo provocava giornalmente violenti attacchi da ambo le parti, molti dei quali si pubblicavano nella stampa al fine di metterli a conoscenza dell'opinione pubblica.[...] In questo panorama di virulenza, alcune voci sembrano esprimere tendenze più conciliatrici. Così, mentre in alcuni scritti -quelli dell'Osservatore, per esempio- si condanna la danza in generale e per principio, in altri si intravede una tendenza che, sebbene non giunga ad essere quella opposta, ha il merito di relativizzare storicamente il fenomeno del divieto del tango da parte della Chiesa. Per esempio, ne Il Mondo Artistico si passano in rassegna le condanne subite dal valzer un secolo prima, e si inserisce il fenomeno contemporaneo nella posizione secolare adottata dalle massime autorità cattoliche di fronte alle danze. Il tema oltrepassa lo spazio di un ambito circostanziale, e meriterebbe essere considerato da una prospettiva che tenga in conto aspetti complementari con esso, come l'appello al giudizio di un ente di massima autorità morale attraverso un'esibizione che può verificarsi sul piano reale e sul simbolico.[...] Certamente, la logica suggerisce che il cardinale Amette non abbia assistito ad alcune esibizioni della danza che si affretta a vietare prima che lo stesso cardinale Vicario di Roma lo faccia (in fin dei conti, visto che si tratta di balli di moda, anche in tema di condanne Parigi è la prima sede e serve di esempio al resto dell'Occidente). Tuttavia, qualquno scrive che "...il tango ha ricevuto onori insperati: in un aristocratico salone di Parigi è stato ballato davanti all'arcivescovo, Cardinale Amette, che ora è citato in giudizio per averlo diffamato" . Segue la descrizione minuziosa dell'esibizione del tango da parte di una signorina davanti al cardinale. Fatti ugualmente fantasiosi si pubblicano come realmente accaduti in quei giorni. Per esempio, ne L'Illustrazione Italiana si riporta che il tango fu ballato da una maestra di un istituto religioso di Milano davanti alla madre superiora per convincerla dell'innocenza della danza e strapparle il permesso perché le sue alunne lo praticassero.

 

TOP