Un
tema che costituisce un nodo centrale nel dibattito sul tango, sorto
in ambienti europei, è quello dei divieti ufficiali e delle
censure ecclesiastiche dei quali, la "nuova danza" fu fatta
oggetto Il tema è conosciuto perché lo si menziona ogni
volta che si scrive sull'accoglienza del tango in Europa, però
in questo caso la lettura di documenti ha permesso di correggere alcuni
errori che sono andati trapelando dalla letteratura sul tema.
Tra
i divieti che trovano eco nella stampa italiana, risulta cronologicamente
uno dei primi quello emanato dall'imperatore di Germania, Guglielmo
II. Di fronte a questa condanna il corrispondente del Mondo Artistico
a Berlino invia una colorita descrizione della situazione provocata
in questa città dalla novità sudamericana: "A
proposito di allegro ballo (cioè il tango, che ha avuto -auspice
Richepin- gli onori dell'Accademia di Francia, e le scomuniche dei
vescovi britannici), lo ha scomunicato anche l'Imperatore Guglielmo,
consenziente l'imperatrice Augusta. Un imperiale ordine di gabinetto
avvisa i comandanti di reggimento ed i comandanti di navi che gli
ufficiali rispettivi sono invitati a non ballare in uniforme né
il tango, né l'one step o il two step (due balli concorrenti
del tango) e sono invitati ad evitare le famiglie dove si ballano
tali danze. Se vi saranno dei disubbidienti, saranno licenziati!"
A
Roma, l'organo ufficiale della stampa vaticana -L'Osservatore Romano-
commenta il divieto nei seguenti termini: "Dunque Guglielmo
II ha invitato gli ufficiali, cioè, ha loro comandato di
astenersi di ballare la malfamata danza del tango in uniforme. Ha
fatto cioè quello che ha potuto per impedire almeno a gentiluomini
che s'imbranchino con la bassa sensualità dei negri e dei
meticci. E alcuni vanno dicendo che il tango è come tanti
altri balli, quando non si balli licenziosamente. La danza tango
è per lo meno di quelle dove non si puó in alcun modo
serbare neppure con qualche probabilità la decenza. Perciò
se in tutti gli altri balli sta in pericolo prossimo la morale dei
ballerini, nel tango la decenza è in pieno naufragio. E l'Imperatore
Guglielmo l'ha senz'altro vietato agli ufficiali in divisa."
(L'Osservatore Romano - 27/11/1913)
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