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Museo dell'Audiovisivo
Discoteca di Stato

Universidad de Valladolid

© 2002

 

DIVIETI E CONDANNE
Un tema che costituisce un nodo centrale nel dibattito sul tango, sorto in ambienti europei, è quello dei divieti ufficiali e delle censure ecclesiastiche dei quali, la "nuova danza" fu fatta oggetto Il tema è conosciuto perché lo si menziona ogni volta che si scrive sull'accoglienza del tango in Europa, però in questo caso la lettura di documenti ha permesso di correggere alcuni errori che sono andati trapelando dalla letteratura sul tema.

Tra i divieti che trovano eco nella stampa italiana, risulta cronologicamente uno dei primi quello emanato dall'imperatore di Germania, Guglielmo II. Di fronte a questa condanna il corrispondente del Mondo Artistico a Berlino invia una colorita descrizione della situazione provocata in questa città dalla novità sudamericana: "A proposito di allegro ballo (cioè il tango, che ha avuto -auspice Richepin- gli onori dell'Accademia di Francia, e le scomuniche dei vescovi britannici), lo ha scomunicato anche l'Imperatore Guglielmo, consenziente l'imperatrice Augusta. Un imperiale ordine di gabinetto avvisa i comandanti di reggimento ed i comandanti di navi che gli ufficiali rispettivi sono invitati a non ballare in uniforme né il tango, né l'one step o il two step (due balli concorrenti del tango) e sono invitati ad evitare le famiglie dove si ballano tali danze. Se vi saranno dei disubbidienti, saranno licenziati!"

A Roma, l'organo ufficiale della stampa vaticana -L'Osservatore Romano- commenta il divieto nei seguenti termini: "Dunque Guglielmo II ha invitato gli ufficiali, cioè, ha loro comandato di astenersi di ballare la malfamata danza del tango in uniforme. Ha fatto cioè quello che ha potuto per impedire almeno a gentiluomini che s'imbranchino con la bassa sensualità dei negri e dei meticci. E alcuni vanno dicendo che il tango è come tanti altri balli, quando non si balli licenziosamente. La danza tango è per lo meno di quelle dove non si puó in alcun modo serbare neppure con qualche probabilità la decenza. Perciò se in tutti gli altri balli sta in pericolo prossimo la morale dei ballerini, nel tango la decenza è in pieno naufragio. E l'Imperatore Guglielmo l'ha senz'altro vietato agli ufficiali in divisa." (L'Osservatore Romano - 27/11/1913)

 

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