
Museo dell'Audiovisivo
Discoteca di Stato
Universidad de Valladolid
© 2002
|

PORNOGRAFIA,
ESOTISMO, STRUMENTI CHE PIANGONO
|
Altro
aspetto che differenzia alcuni di questi tanghi da quelli che si comporranno
a partire dagli anni Cinquanta è la sopravvivenza dell'elemento
pornografico che, come si è scritto all'inizio, era presente
nei titoli di alcuni tanghi rioplatensi della Guardia Vieja. Tango
della banana
è un chiaro esempio di testo di canzone completamente costruito
a partire dal gioco di ambiguità che suggerisce un'interpretazione
semantica lasciva. Abbiamo già visto come, allo stesso modo
che i loro vicini tedeschi o francesi, gli italiani ricevettero il
tango sotto l'apparenza di uno specchio che rifletteva realtà
lontane. E così caddero nella trappola che tendeva loro il
ballo seduttore, e lo andarono facendo proprio durante un processo
di adattamento stimolante e discontinuo, senza però spogliarlo
del tutto della sua iniziale carica di esotismo. Nonostante la conoscenza
dovuta alla molteplicità dei legami creati dall'immigrazione
tra l'Italia e l'Argentina -di cui abbiamo già scritto- questo
paese sudamericano continua ad essere menzionato nei tanghi come terra
esotica di connotazione erotizzante (vedi il testo di "Tangolita",
che presenta Santa Fé come una città dove "le donne
sanno ben baciare e dare un brivido"). "La pampa infinita
mi chiede la vita e questa è per te" canta il tenore Crivel
in Munchita di Atham [non incluso in questa edizione]; e la pampa
argentina, in quanto spazio sconfinato, viene identificata con la
prateria dell'Arizona, dove mille capinere rispondono al richiamo
della chitarra di un transcontestualizzato gaucho, e con la puszta
ungherese, dove un gitano dall'aria triste e abbandonata fa piangere
il suo violino tra le dita. E se l'uomo -gaucho o gitano che sia-
dalla vocazione nomade di vagabondo sognatore, canta accompagnato
dal suo strumento nella pianura solitaria, la donna è il principale
oggetto del suo pianto canoro, sia che si tratti della Regina della
pampa o dell'abbandonata Samaka
Liù
(chiaro riferimento orientalizzante di stampo pucciniano). La descrizione
della chitarra, il violino o altro strumento che piange con il cantante
-
Chitarra stanca,
Violino
Tzigano
- appartiene ad una tradizione poetica altamente diffusa nell'Occidente
europeo ed in America Latina, che assegna allo strumento la funzione
o capacità di accompagnare il disperato interprete dei più
diversi generi letterario-musicali, consentendogli di esprimere tutto
il suo sentimento. La menzione esplicita dello strumento converte
questo in complice del cantore e testimone del suo soliloquio canoro
(forse provocato, nel caso del tango, dalla sua impossibilità
di stabilire un rapporto di coppia normale ed equilibrato). Conviene
ricordare che il fenomeno dell'esotismo non ammette confini netti
che tolgano fascino alle immagini che evoca. Esotico puó essere
tutto -dall'oriente di Samaka
Liù
fino al Perù di uno dei tanti Tango
del cuore -
a condizione che non appartenga al proprio ambito geografico. È
per questo che nel tango italiano la confusione sulle pianure non
smorza l'effetto provocato dagli stessi orizzonti sconfinati. |
|