Nella
società italiana, il vocabolo tango è talvolta carico
di significato di per sè stesso. La sola evocazione del genere
sembra possedere una carica di esotismo e passionalità (con
qualche tocco di più o meno esplicita lussuria). Forse è
per questo motivo che in Italia si verifica un fenomeno assente
nella produzione rioplatense: e cioè, l'inclusione della
parola tango nel titolo di tantissimi brani. Al periodo che stiamo
considerando appartengono, fra molti altri, questi titoli: Tango
del mare,
Tango delle capinere, Tango del bacio, Tango della pampa, Tango
della voluttà, Tango appassionato, Tango
d'autunno,
Tango
del cuore,
Tango del destino. E ancora, sempre preceduti dalla magica parola
tango: del tormento, del vento, dell'abbandono
,
dell'amore, dell'esule, dell'oro, dell'odio, inutile, fatale, dell'uccelletto,
della gelosia, imperiale, italiano, della fortuna, della salute,
della sigaretta, delle rose, di sangue e così via (persino
ci fu un "Tango del tango", forse un "metatango"?
se il genere ama così tanto nominare sè stesso, forse
in qualche caso parlerà anche di sè e dei suoi veleni).
La stessa Tangolita
sembra dovere al suo nome la carica di passione che le viene attribuita
dal testo. La già menzionata forma bisezionale dei tanghi-canzone
italiani (che riflette una tendenza generalizzata nella canzone
occidentale del periodo e che, come nel suo omonimo sudamericano,
presenta un cambiamento rispetto alla trisezionalità dei
tanghi del periodo precedente) , suole includere una coda nella
quale musicalmente si propone una volta ancora la melodia del ritornello,
che a questo punto del brano già è stata sviluppata
tre volte (si tratta, no dimentichiamolo, del tema che il compositore
vuole lasciare impresso nella memoria degli ascoltatori). Dal punto
di vista letterario questa coda aggiunge un nuovo testo che scatena
l'esito fatale, cancellando ogni speranza di finale felice eventualmente
suggerita nei versi anteriori, e decretando la rinuncia alla felicità
da parte del protagonista -o dei protagonisti- della canzone. Questo
efficace ricorso espressivo, che nel tango liscio del dopoguerra
scomparirà, è un elemento caratteristico del tango-canzone
italiano del ventennio nero (fra i molti esempi di questa raccolta,
vedi: Tango
dell'abbandono,
Ricordati
di me,
Tango
del ritorno ,
Scrivimi.
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