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La Donna che ride

Auditorium dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi - Associazione Lei può
mercoledì 11 dicembre 2013 - Rassegna cinematofrafica
Garbo

Rassegna cinematografica

La Donna che ride

In attuazione al Programma Comunitario EYCA 2013

AUDITORIUM ICBSA

Via Michelangelo Caetani, 32

11 dicembre 2013 ore 11

 

 

 

 

Ninotchka, di Erns Lubitsch, con Greta Garbo, Melvyn Douglas, Bela Lugosi, Felix Bressart, Sig Ruman, Alexander Granach. Soggetto di Melchior Lengyel. Sceneggiatura di Billy Wilder, Charles Brackett,Walter Reisch.  Fotografia di William H. Daniels. 110 minuti  - Usa 1939

 

Una rigida funzionaria bolscevica viene spedita a Parigi per controllare le mosse di tre agenti sovietici in missione strategica nella capitale del vizio borghese. Scoprirà molte cose su di loro, sugli "altri" e soprattutto su sé stessa. Unico film pienamente brillante di Greta Garbo, Ninotchka è una sophisticated comedy sulle differenze tra il modello comunista e quello capitalista, affidata per di più alla vis comica di una star glaciale. Eppure la Metro Goldwyn Mayer non badò a spese, puntando con lungimiranza  proprio su questi due possibili ostacoli al successo del film. In quegli anni così lontani dalla Guerra Fredda, l'establishment americano era infatti quanto meno interessato all'esperimento sovietico, a cominciare dal Presidente Roosevelt. Sull'argomento quindi si poteva effettivamente costruire con mano leggera un intreccio originale, senza pericolo di passare per comunisti. La comicità della Garbo era invece un'altra cosa, tutta da dimostrare.

Garante della leggerezza della trama così come dello scioglimento dell'Everest, fu il regista Ernst Lubitsch, nome di spicco della diaspora  austro-tedesca in America,  che dagli anni '20  girava commedie con un suo personalissimo stile, poi passato alla storia del cinema come "Lubitsch touch", una definizione coniata da Billy Wilder. Ecco come il grande regista di Viale del tramonto  e  A qualcuno piace caldo, allora giovane sceneggiatore di Ninotchka, spiega quell'ineffabile tocco: "Lubitsch aveva capito benissimo che bastava dire ‘due più due' senza bisogno di aggiungere ‘quattro',  perché il pubblico avrebbe tirato le somme da solo. Lasciava fare tutto agli spettatori, o quasi. Lui costruiva una situazione basandola su un accenno, un'allusione, e poi aspettava le risate".  E la tetragona commissaria del popolo Nina Ivanovna Yakushova viene appunto circondata da una rete di queste sottili e allusive provocazioni che non capisce e alle quali neanche sorride, mentre capiscono e ridono gli spettatori.

Ridono di lei, della sua rigidità esasperata dalla divisa di funzionaria stalinista (confezionata però da Adrien, il più importante costumista hollywoodiano di sempre), della sua aria straniata, controllata al millesimo dalla mano di Lubitsch. Fino a quando, ormai a metà film, anche Nina fa "due più due", capisce e scoppia fuori contesto nella clamorosa risata promessa dal lancio pubblicitario "Garbo Laughs!", diventando finalmente Ninotchka.  Autentica generosità da parte della "Divina" Garbo e grande interpretazione dell'attrice Greta Lovisa Gustafsson che l'anno dopo si ritirò dal Cinema a 36 anni, senza nessun ripensamento.  Ma un giorno, tanti anni dopo, disse che sarebbe tornata a recitare, a una sola condizione: "Mi piacerebbe recitare nel ruolo di un clown. Voglio interpretare un clown, un clown con la maschera, per tutto il film. E' il solo ruolo che accetterei".