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Insula Mattei

Insula MatteiBiblioteca di Storia Moderna e Contemporanea

 

Centro di Studi Americani

 

Discoteca di Stato/ICBSA

 

Fondazione Camillo Caetani

 

Istituto della Enciclopedia Italiana  

 

Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea

 

L'insula Mattei, confinante con l'"area sacra" repubblicana di largo di Torre Argentina, ribadisce, nel quotidiano incrociarsi di quanti vi lavorano e di quanti si giovano delle strutture e dei servizi che nei sui palazzi vi sono organizzati, la vocazione che le inventarono i suoi abitanti del Rinascimento: assidua operosità e magazzino di beni a profitto di una crescita che i Mattei vollero fatta di gusto, di bellezza, di conoscenza.
I palazzi che la famiglia Mattei eresse o modificò tra XV XVI secolo, stabilendovi residenze patrizie, botteghe e magazzini, compongono una sorta di cittadella che insiste sull'area di una notevolissima preesistenza di Roma antica: la cavea del teatro innalzato da Lucio Cornelio Balbo giovane tra il 19 e il 13 a.C.
Uomo politico e dilettante di letteratura, amico di Cesare e protetto di Augusto, Balbo affiancò il suo teatro, i cui resti in opus reticolatum sono ancora visibili in alcuni degli edifici dell'insula, a quelli già esistenti di Pompeo (61-55 a.C.) e di Marcello (iniziato da Cesare e completato da Augusto tra il 17 e l'11 a.C.). I tre luoghi costituivano per i romani, come testimonia Ovidio, una sorta di unico complesso spettacolare. Proveniente da una famiglia di Cadice favorita da Pompeo e integratasi nella vita pubblica di Roma, Balbo fu personaggio tanto discusso quanto munifico. Scontò con venti anni di esilio in Mauritania le malversazioni commesse durante la sua questura in Spagna, ma, primo non italico a giungere alla carica proconsolare, regalò a Roma un sontuoso teatro dove ebbe la vanità di far rappresentare una sua commedia autobiografica.
In età cristiana, su e tra le rovine del teatro di Balbo, sorsero case, rimesse, opifici, si coltivarono orti. Erano beni del vicino convento di Santa Maria Dominae Rosae: Celestino III li ricorda in una bolla del 1192 come castellum aureum, ovvero difesi da una fortificazione. Alla fine del XIV secolo le costruzioni e i terreni che componevano l'insieme furono frazionati e venduti a privati. Alla pia economia di sussistenza conventuale subentravano dinamiche inusitate. Il ritorno dei papi dall'esilio avignonese e l'ascesa di una nuova nobiltà cittadina legata a traffici e manifatture stimolarono in tutto il rione Sant'Angelo l'insediamento di imprese commerciali e artigiane: l'arte della lana alla Pigna, i marmorari alle Botteghe Oscure, prestatori di denaro, merciaie artieri ebrei nell'area di piazza Giudea; e ancora mercanti toscani, lombardi e spagnoli.
Due delle grandi strade che hanno segnato il rinnovamento urbanistico di Roma promosso da Niccolò V a metà del XV secolo lambiscono l'insula. I cortei papali e le nuove vie di comunicazione e di traffico della rinnovata capitale della cristianità circoscrivono la scena teatrale voluta da balbo. La via papalis, che il pontefice percorre nelle occasioni solenni per raggiungere il Campidoglio, attraversa Botteghe Oscure; mentre per la via mercatoria affluiscono al mercato di Sant'Angelo in Pescheria i prodotti provenienti dal mare e dalla campagna, passando per i Banchi Nuovi, Campo dei Fiori, piazza Giudea. Alla recente nobiltà urbana, che organizza e controlla questi traffici, la curia pontificia è favorevole. I Mattei, proprietari di fondi nell'area tra l'Appia e l'Aurelia e dimoranti in Trasmettere , ne approfittano per stabilirsi nell'area tra la via papalis e la via mercatoria e cominciano ad acquistare immobili nel sito che da essi prenderà nome e lustro, lasciandovi il segno della loro potenza.
Dal 1473 i Mattei si insediano in edifici, orti e botteghe, acquistati da Ludovico I tra piazza Giudea e l'attuale via Paganica; agli inizi del XVI secolo l'espansione immobiliare della famiglia è attestata anche lungo via dei Funari. Nel censimento ordinato da Clemente VII poco prima del sacco del 1527, i Mattei sono tra i primi per capacità contributiva e numero di "bocche", secondi solo alle famiglie cardinalizie e ai potenti Cesarini. Tra il 1540 e il 1580 l'insediamento dei Mattei segue la strategia nota come del "fare isola": acquistare edifici e orti contigui per una vasta area e tendere a chiuderla, perfezionando la struttura insulare. Ciò consentiva di concentrare e organizzare al meglio le attività produttive dei componenti della famiglia, che operavano gli uni accanto agli altri, come in una cittadella economica e residenziale. Sul piano architettonico e urbanistico questo schema di costruzione e di intervento sugli spazi, detto "a monte", tendeva a privilegiare le immediate esigenze delle attività economiche rispetto alla morfologia degli edifici e dell'intorno. Gradualmente, aderendo ai provvedimenti di razionalizzazione adottati tra Sisto IV e Paolo III, i Mattei adeguarono e ricomposero la struttura tardomedievale del "monte", che non si accresce più, come in passato, per aggregazioni svincolate da una trama precisa, ma si uniforma al modello rinascimentale del palazzo patrizio, con la quinta edilizia continua che si integra razionalmente al tracciato vario. Affinandosi col tempo il gusto dei Mattei e aumentando la loro potenza civile, le esigenze di rappresentanza e di lusso prevalsero su quelle funzionali all'economia dell'impresa con effetti sulle caratteristiche delle loro residenze: orti, granai, magazzini e botteghe cominciarono, in pieno Rinascimento, a lasciare il posto a corti, fontane e giardini. A grandi architetti, pittori e decoratori in voga furono affidati i fabbricati nuovi e la decorazione dei loro interni, sempre più prestigiosi.
Nel 1540 comincia Ludovico II, che fa costruire, forse su disegno del Vignola, sotto la direzione di Nanni di Baccio Bigio, il Palazzo Mattei detto poi di Paganica, concepito come fabbrica capace di ulteriori sviluppi. Nel 1927 Giovanni Treccani l'acquisterà dalla marchesa Canonici-Mattei per stabilirvi l'Istituto della Enciclopedia Italiana. Prima del 1548, su via Botteghe Oscure, si avviano i lavori per l'imponente palazzo di Alessandro I, architettura di cui ancora e discussa l'attribuzione; edificio vasto e dotato di ampie corti, è diventato nel 1776, dopo esser passato per le mani dei Negroni e dei Durazzo, dimora dei Caetani di Sermoneta e vi ha attualmente sede la Fondazione Camillo Caetani.
Il duca Michelangelo Caetani, nell'Ottocento, fece della sua casa luogo d'incontro di storici, artisti e letterati, da François-René de Chateaubriand a Ippolyte Taine, da Franz Liszt a Walter Scott. Dal prezioso schedario bio-bibliografico di autori italiani raccolto dall'orientalista Leone Caetani in vista della compilazione di una biografia nazionale. Giovanni Gentile direttore della Treccani trasse una maggiori fonti per la lunga preparazione del Dizionario biografico degli italiani, opera dell'Enciclopedia Italiana dal 1960.
Ancora a metà del Cinquecento, Giacomo Mattei rifà la casa di Pietro Antonio, che si apre sull'attuale piazza Mattei, e ne fa decorare le facciate da Taddeo Zuccari. Tra il 1598 e il 1611 Carlo Moderno disegna e avvia a realizzazione per Asdrubale Mattei la bella mole del Palazzo Mattei di Giove, tra le attuali vie Caetani e dei Funari. Vi hanno sede dal 1936 il Centro di Studi Americani, dal 1939 la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, dal secondo dopoguerra la Discoteca di Stato. A suggello dell'appartenenza dell'insula alla famiglia, i Mattei "fanno propria" l'attuale piazza Mattei, l'antica platea Piscinae, facendovi costruire e scolpire da Giacomo della Porta e Taddeo Landini la fontana detta poi delle Tartarughe per la posteriore aggiunta bersiniana. A metà del Seicento l'insula risultava compiuta e perfezionata, mostrando l'assetto ancor oggi riconoscibile che i secoli posteriori avrebbero mutato se non negli ambienti interni e negli spazi circostanti.
Un rilievo particolare va dato al patrimonio artistico che i palazzi dell'insula tuttora racchiudono, integrato al patrimonio di conoscenze, esperienze e memorie che le sei istituzioni presenti accrescono quotidianamente. Affreschi a soggetto biblico di Pietro da Cortona e Giovanni Lanfranco (Storie di Salomone e Storie di Giuseppe) impreziosiscono il piano nobile di Palazzo Mattei di Giove, insieme con statue, reperti e marmi antichi, residui dell'antiquaria rinascimentale. Denso l'apparato decorativo di Palazzo Mattei di Paganica: la volta a grottesche di tema mitologico (opera di Luzio Romano e di Domenico Rietti detto lo Zaga, 1546-47) dell'attuale sala Igea dell'Enciclopedia Italiana prelude al suggestivo racconto iconografico nel piano nobile dello stesso edificio: le vite di Giosuè e di David e scene della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, affreschi attribuiti di recente a Giovanni de' Vecchi ed eseguiti, sotto l'influsso degli Zuccari, tra il 1593 e il 1596. Soffitti a cassettoni e a cornici poligonali della metà del Cinquecento, con decorazioni pittoriche seicentesche, sovrastano la loggia interna e il salone dei Palazzo Mattei di Paganica, ora sala di lettura della biblioteca della Traccani. Soffitti di analogo pregio si ritrovano nei palazzi Mattei di Giove e Mattei-Caetani, nel quale ultimo si ammirano due volte affrescate da Taddeo e Federico Zuccari. Sono testimonianze eloquenti di uno splendore mercantile che, dopo la promozione a cardinale nel 1586 di Girolamo Mattei si rende, nel corso del Seicento, aristocratico-feudale, con l'acquisto da parte di due diversi rami del casato dei ducati di Paganica e di Giove: ancora non si intravede il declino di fama e di vigore che i Mattei, come altre famiglie romane, subiranno tra Settecento e Ottocento.
Le vicende della storia hanno voluto che, nel luogo in cui un uomo politico romano vide celebrato il suo fasto di "provinciale" assurto alle più elevate cariche pubbliche e una famiglia mercantile costruì case e botteghe per poi trasformarle in una rete di residenze patrizie ricche di tesori d'arte, si costituisse in questo secolo una nuova e diversa rete, quella del sapere e dei servizi culturali. Grande editoria enciclopedica e specialistica, vaste raccolte librarie e archivistiche, essenziali per la ricerca storica e quella linguistica, le più avanzate tecnologie informatiche e multimediali, la memoria del suono e della parola, lo scambio intellettuale tra le culture italiana e anglo-americana: tutto questo si innesta nel tessuto contemporaneo dell'insula Mattei dove, nel rispetto di una continuità plurisecolare di vita e di impegno umano, si coordinano gli sforzi e le imprese di sei istituzioni di cultura.
Da circa duemila anni l'area su cui sorge il complesso di edifici denominato insula Mattei , delimitata dalle vie Botteghe Oscure, Michelangelo Caetani, dei Funari e Paganica, costituisce un'organica unità urbana ed è luogo di molteplici funzioni e scambi umani. Oggi vi svolgono la loro attività di conservazione e informazione archivistica e bibliografica e di ricerca scientifica sei istituzioni: la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, il Centro di Studi Americani, la Discoteca di Stato, la Fondazione Caetani, l'Istituto della Enciclopedia Italiana, l'Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea. Sorte in tempi differenti e con finalità distinte, esse hanno deciso di far scaturire da una casuale vicinanza forme di collaborazione più strette che caratterizzino l'insula per una presenza culturale - oltre che urbanistica - forte, definita da una rete di attività e di servizi integrati. Tra questi in primo luogo una gestione delle diverse importanti raccolte librarie e archivistiche (con documenti dal X al XX secolo) che le trasformi in ricchezza comune, attraverso una programmazione delle acquisizioni e uno scambio costante delle informazioni. Grazie al collegamento in rete nello stesso polo (IEI) del Servizio Bibliotecario Nazionale, la biblioteca dell'Enciclopedia Italiana e la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea già collaborano alla costituzione di un catalogo collettivo che si annuncia come una delle più importanti fonti per lo studio della storia e delle scienze sociali, poiché patrimonio, tra monografie e periodici, di oltre un milione di titoli di 200.000 attualmente catalogati in linea (ma sono in corso di realizzazione ulteriori progetti di recupero delle raccolte retrospettive). Alla stessa rete SBN è collegata la Discoteca di Stato (che conserva oltre 200.000 registrazioni sonore) e accederanno tra breve il Centro di Studi Americani (con una biblioteca di 75.000 titolo tra cui spiccano il fondo Nelson Gay e numerose edizioni del XVII e XVIII secolo) e l'Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea (che possiede una raccolta di circa 30.000 volumi ed è depositario della biblioteca appartenuta ad Armando Saitta). La Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea e il Centro di Studi Americani, sulla base delle rispettive specializzazioni, hanno fin da ora avviato un coordinamento delle acquisizioni - in particolare delle pubblicazioni periodiche - per razionalizzare le proprie risorse. Analoghe forme di coordinamento riguardano questi istituti e la biblioteca dell'Enciclopedia Italiana relativamente all'acquisizione di strumenti di base di ricerca e d'informazione: giornali (quotidiani e settimanali), repertori e sussidi bibliografici, sia su supporto cartaceo sia su dischi ottici, banche dati.
Insieme con l'integrazione delle proprie raccolte bibliografiche e archivistiche gli istituti dell'insula Mattei lavorano attivamente all'organizzazione di programmi culturali comuni sulle reciproche influenze tra Italia e Stai Uniti, su i rapporti tra musica e letteratura e sullo studio comparato del diritto costituzionale. Uno degli appuntamenti più significativi dei prossimi mesi sarà il convegno Italia e Stati Uniti a cinquant'anni dal Piano Marshall, che si terrà nel marzo del 1998, organizzato dal Centro di Studi Americani, dall'Enciclopedia Italiana, dalle università di Roma Tre e di Firenze con la collaborazione della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea.
Tra le iniziative future è prevista l'organizzazione di visite guidate al complesso di servizi culturali e di beni artistici ed architettonici dell'insula Mattei.