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Fondo Leonildo Marcheselli

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Il fondo Leonildo Marcheselli è costituito dalla donazione, fatta da Marco e Paolo Marcheselli, del materiale discografico che illustra e testimonia l’attività del loro padre Leonildo Marcheselli, uno degli interpreti più autorevoli del liscio alla Filuzzi. La donazione si articola in 150 supporti, divisi in 61 dischi a 78 giri, 75 dischi a 45 giri e 14 dischi a 33 giri.

Il liscio alla Filuzzi è la rivisitazione che si è fatta nel tempo a Bologna e nella sua provincia, dalla fine dell’Ottocento in poi, degli stili musicali e coreutici tipici del liscio e trae origine, come del resto il liscio classico, dalla contaminazione dei nuovi balli di provenienza centro-europea (come la mazurka, il valzer e la polka) con i balli tradizionali preesistenti nel territorio italiano. È quindi un tipo di musica da ballo, essenzialmente strumentale, che ha precise caratteristiche sia nell’esecuzione musicale che nei passi di danza, e questo la rende differente dalle altre forme che il ballo liscio ha assunto in Italia.

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Incerto è l’etimo “Filuzzi”: alcuni propendono per una forma derivata dal verbo filare, inteso come il filare da una veglia all’altra delle compagnie maschili di ballo durante il periodo di Carnevale, altri invece lo fanno risalire ad un mitico gestore, il Filuzzi appunto, di una sala da ballo bolognese.
Un’altra caratteristica precipua del liscio alla Filuzzi è costituita dallo strumento che esegue il tema melodico, e cioè l’organetto bolognese, uno strumento unitonico e senza bassi, evoluzione del tradizionale organetto diatonico e messo a punto dalla famiglia Biagi (ed in particolare da Attilio Biagi negli Anni Venti), una storica famiglia bolognese di liutai e costruttori di organetti e fisarmoniche. L’organetto bolognese è tradizionalmente sorretto per la parte ritmica da una chitarra e da un contrabbasso, e soltanto negli anni cinquanta si aggiungerà un  ulteriore supporto ritmico, la batteria. Sono quindi del tutto assenti gli strumenti a fiato, che sono invece presenti nell’altro esempio ormai classico di liscio, quello romagnolo.
Sostanziali differenze rispetto al liscio tradizionale si hanno anche nelle figure del ballo filuzziano (che alle origini nasce come ballo tra uomini) grazie alla presenza delle figure staccate, che sono a loro volta il risultato di un probabile adattamento di figure dei balli staccati in uso nella provincia di Bologna nell'Ottocento.

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Leonildo Marcheselli è unanimemente considerato il più alto esempio musicale di ballo liscio alla Filuzzi e la raccolta delle sue incisioni discografiche costituisce una preziosa fonte di documentazione offerta agli studiosi di questa particolare variante di uno degli stili di musica e di ballo più popolari del nostro paese.