L'amico magico
Nell’ambito delle manifestazioni promosse in occasione del Trentennale della morte di Nino Rota (1911-1979), l’Istituto ha promosso in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, una serie di iniziative, convinto della necessità di approfondire la figura e l’opera di uno dei maggiori rappresentanti della musica italiana del ‘900. In questo contesto, si inserisce la mostra virtuale “L’amico magico”, curata da Roberto Catelli in collaborazione con Luciano Ceri, che intende offrire un breve ma significativo itinerario tra le edizioni discografiche di Rota reperite nel patrimonio dell’Istituto.
L’universo Rota è tuttavia ampio e complesso e di certo la personalità del grande musicista è stata troppo spesso riconosciuta ed identificata nel rapporto, pur grandissimo, con la musica per il cinema e per gli esiti del suo sodalizio artistico con Fellini. E’ noto che il musicista riuniva in se aspetti diversi: bambino prodigio ed erede di una famiglia di musicisti, colto, di grande sensibilità, bibliofilo ed amante della letteratura; in seguito maestro assoluto come autore di musica da film e come compositore di musica classica, e per anni severo ed attento Direttore del Conservatorio di Bari. Di certo il sodalizio con Fellini gli regalerà la notorietà, ma la sua capacità compositiva ha origini e ragioni profonde e classiche, tali da renderlo autore di un numero considerevole di concerti, di musiche per orchestra e da camera, di balletti, sonate, opere liriche, musiche religiose.
Non dimentichiamo che la critica parlò di lui come “l’emulo di Mozart” quando ad undici anni compose L’infanzia di San Giovanni Battista, un oratorio per soli, coro e orchestra, che ebbe subito molto successo in Italia, a Milano, e in Francia. Non dimentichiamo neanche che Rota ha l’occasione di entrare in contatto con figure come Ildebrando Pizzetti, Alfredo Casella e Arturo Toscanini, che ne appoggiò nel 1930 la candidatura per una borsa di studio presso il Curtis Institute di Filadelfia. Persino Gabriele d’Annunzio gli invierà una dedica manoscritta sull’edizione de Il sudore di sangue. Nel corso degli anni avrà poi rapporti diretti o indiretti con alcuni dei più grandi musicisti del’900 tra cui Stravinskij, De Falla, Ravel, Satie e poi ancora Aaron Copeland, che avrà su di lui una forte influenza nei confronti degli interessi per la musica popolare e per la musica da film.
Per quanto riguarda la musica classica Rota ha scritto più di cento composizioni (numero di poco inferiore alle più celebrate colonne sonore per il cinema) di grande raffinatezza e nelle quali spesso sperimentò in anticipo temi poi utilizzati nella musica da film. In particolare, nell’opera di Rota, va sottolineato l’utilizzo della voce, soprattutto nella musica da camera, che gli consentì il confronto immediato con i poeti prediletti: Petrarca, Metastasio, Tommaseo, Tagore e Rabelais, solo per citarne alcuni. Quanto alla musica sacra, è opportuno ricordare che Rota , oltre al citato esordio con l’ oratorio L'infanzia di San Giovanni Battista, raggiunse momenti di grande intensità nel decennio 1962-1972 con il Mysterium catholicum, La vita di Maria e Roma capomunni.
Le iniziative in onore di Rota dovranno dunque ricreare il filo di unità, pur nella diversità degli esiti, presente nel composito universo sonoro in cui si riconosce il suo trionfo artistico. In questo senso un aspetto importante è costituito dalla discografia di Rota che ne sottolinea la sua vicenda artistica. Sono circa 150 edizioni discografiche uscite a partire dagli anni ’40, con i primi 78 giri con le canzoni del cinema, fino ad oggi. Di tale produzione soltantoo una trentina di edizioni sono dedicate alla sua opera come compositore classico, tra monografie e antologie. Ricordo le incisioni di grandi artisti quali Benedetti Michelangeli (Concerto per piano n.4 in sol maggiore, 1986), Bruno Maderna (Omaggio a Nino Rota, 1982, con l’Orchestra della Rai di Milano), Gidon Kremer (1996-97, con la Kremerata Baltica Chamber Orchestra). Da segnalare inoltre le 3 edizioni de Il Cappello di paglia di Firenze (tra cui due con l’ Orchestra e il coro del Teatro di Roma diretti dallo stesso Rota), e le edizioni de La notte di un nevrastenico della Sinfonica Calabrese diretta da Denise Fedeli e de La vita meravigliosa dall’omonimo romanzo di Herbert George Wells.
Tra le registrazioni di musiche sacre vanno ricordate il Misterium Catholicum diretto da Armando Renzi nel 1962, e nel 1979 l’incisione de La vita di Maria da parte dell’Orchestra di Praga diretta dallo stesso Rota. Di rilevante interesse la Sinfonia sopra una canzone d’amore e il nonetto dell’Orchestra del Bolshoi di Mosca diretta da Riccardo Moretti. Vanno inoltre evidenziate le grandi incisioni dirette da Riccardo Muti: Nino Rota - Musica da film, 1997 e Nino Rota, 1995, con il concerto per archi eseguito dall’Orchestra del Teatro della Scala. Pregiate le interpretazioni di Gianluigi Gelmetti (Musica da film, 1992) e quelle di Severino Gazzelloni (Plays Nino Rota, 1993)
Approfondire lo studio, l’analisi e la diffusione della musica di Rota focalizzando l’attenzione su tutta la sua produzione musicale credo debba essere l’interesse di quanti - artisti, musicisti, registi, esperti, studiosi ed istituzioni - ammirano la sua arte, e in tale senso dovrebbero altresì collocarsi ulteriori proposte da attuare nel 2011, anno in cui ricorre il centenario della nascita del Maestro. In tale occasione sarebbe auspicabile l’istituzione di un Comitato Nazionale celebrativo e l’avvio di una edizione critica nazionale dell’opera musicale di Nino Rota, con l’esecuzione e l’incisione delle sue opere classiche.
Massimo Pistacchi
Direttore Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi
“L’amico magico”
La genialità di un grande artigiano - Nino Rota 30 anni dopo (1979-2009)
- Retrospettiva Fonografica -
Ricorrendo il trentennale della scomparsa di Nino Rota, (ricordato nel titolo di questa mostra virtuale come amava definirlo Federico Fellini) ci è sembrato doveroso, tra le altre iniziative previste, dedicare come spazio-ricordo dell’illustre Maestro, una retrospettiva fonografica, con documenti contenuti nelle collezioni dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi.
Si è cercato, attraverso questa selezione, di evidenziare l’indubbio valore, la creatività e la molteplicità di un artista così poliedrico e geniale, mediante un breve e sintetico percorso tra la sua densa e variegata produzione musicale, produzione che, forse oscurata un po’ troppo dal “cinematografico”, offre in realtà un vastissimo repertorio di composizioni teatrali, sinfoniche e cameristiche. Compositore di straordinaria facilità di scrittura e di inesauribile vena melodica, Rota spesso mette in atto dei virtuosi recuperi della tradizione operistica e strumentale sette-ottocentesca, con una positiva concezione della musica intesa come espressione immediata e spontanea, evitando implicazioni teoriche e concettuali, che trovano difficili rapporti con le idee del mondo a lui contemporaneo.
Nella selezione proposta, che non pretende né di fare un’analisi critica, né di attribuire criteri di valutazione estetica, si è cercato, attraverso supporti diversi (dal settantotto giri al cd), di tracciare un percorso semplice e sintetico per una breve e veloce documentazione sull’opera di un artista che è stato una delle figure più importanti del panorama musicale italiano del ‘900.
Roberto Catelli
Dagli archivi dell'ICBSA
RASSEGNA DELLE COPERTINE E DELLE ETICHETTE DELLA DISCOGRAFIA DI NINO ROTA
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