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Regina di fiori e di perle

Auditorium dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi - Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi - Universität Bayreuth
mercoledì 26 giugno 2019 - concerto
Regina di fiori e di perle

 Concerto di Gabriella Ghermandi. 26 giugno 2019 - ore 19.00


“Regina di fiori e di perle” è il titolo di un romanzo e di una performance di Gabriella Ghermandi che utilizzando un linguaggio orale con struttura circolare, raccontano del colonialismo italiano in Etiopia.

Un pezzo di storia italiana che "in questo paese" è stata scolorita fino a diventare invisibile, lasciando di quel periodo solamente due concetti: il primo che ripropone il ritornello di "Italiani brava gente" e il secondo che ripropone il ritornello "Noi abbiamo usato i gas nervini per occupare il paese e stroncare la resistenza", tralasciando ciò che invece è il vero fulcro di quel periodo e cioè le tante infinite storie personali che si sono intrecciate plasmando quel pezzo di storia. Dal romanzo, successivamente, è nata l'idea di creare un spettacolo di narrazione che intersechi più voci, da una parte la narrazione del passaggio violento del colonialismo italiano nella famiglia materna dell'autrice, dall'altro le varie storie del romanzo che vengono proposte al pubblico attraverso brevi letture che si inseriscono nella narrazione. La narrazione e le letture sono intervallate da musica e canzoni tradizionali etiopi cantati dalla stessa autrice/narratrice.

La narrazione si svolge con una modalità alquanto essenziale, simile ai racconti attorno al fuoco e prevede un solo momento "teatrale": quando l'autrice, durante la narrazione, si cambia d'abito indossando quello tradizionale delle sue terre d'origine, l'etiopia e l'eritrea.

 

«Per i bianchi non ero bianca e per i neri non ero nera. La nostra era una vita mista, fatta di quattro lingue: amarico e italiano tutti i giorni, bolognese e tigrino nei giorni di festa». Gabriella Ghermandi è nata ad Addis Abeba nel ‘65, è in Italia dal ‘79 e vive a Bologna, città d’origine del padre. Da anni scrive e interpreta spettacoli, anima laboratori e festival alla ricerca della «identità unica di ciascun individuo». Il suo primo romanzo Regina di fiori e di perle (Donzelli) ha venduto oltre tremila copie ed è diventato uno spettacolo. Da piccola le avevano predetto che sarebbe stata «una cantora».

«Motore della mia narrazione è l’emozione». Gabriella Ghermandi lo ripete spesso ma quel che è più importante lo fa capire attraverso le pagine scritte, il raccontare, il canto. «Non si parla più del colonialismo italiano, è un pezzo di storia scolorita sino a diventare invisibile. Di quel periodo restano due concetti. Il primo sostiene “noi italiani colonialisti? Ma va là…” e il secondo “siamo stati bestie, abbiamo usato i gas nervini”. Ma questi concetti non sono la “storia” del colonialismo italiano perché quella storia è costituita dalle tante, infinite storie personali che l’hanno plasmata». Una è la sua. «Imprevedibile come la vita» affonda le radici in un piccolo villaggio dell’Etiopia che che gli italiani occupano da nel 35a. Così arrivano i militari e… nasce un amore. Le leggi razziali ancora non sono varate ma comunque non è buona cosa per un italico ufficiale “elevare” un’africana al rango di sposa. E così il nonno di Gabriella viene cacciato. E sparisce. La figlia di quell’amore faticherà a trovare un’identità: crescerà fra gli italiani senza essere mai pienamente accettata.

Lo spettacolo racconta anche della piccola Gabriella che, tanti anni dopo, sbarcherà nella Bologna del padre: «Una città dove gli alberi non devono avere radici troppo grandi, se no rovinano l’asfalto» annota con ironia e dove le case sono così vicine che tutti sanno quel che accade di fronte ma poi, in strada, fanno finta di non conoscerti: «Qui ho capito che non ero italiana». Ricorda che la madre, quando venne in Italia, si stupì che i fiumi non fossero di latte (come le avevano raccontato le suore della scuola in cui era cresciuta) proprio la stessa illusione dei poveri migranti siciliani sulla ricca “Ammmerica” raccontata da Emanuele Crialese nel film Il mondo nuovo. Anche la madre in Italia rischia di perdersi ed è solo tornando in Africa, dopo tanti anni, che si sente di nuovo nascere e finalmente scioglie il dolore di un incerto collocarsi fra due mondi. «Ora finalmente posso narrare la sua storia, che è la mia e anche la vostra» dice Gabriella Ghermandi.

 

La performance sarà eseguita in lingua inglese.