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Il codice albanese

Auditorium Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi - Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi - Integra Onlus
lunedì 24 febbraio 2020 - Proiezione
il codice albanese

Annulato a data da destinari

IL CODICE ALBANESE

24 febbraio alle ore 19,00


Quando il popolo albanese salvò migliaia tra ebrei, rifugiati, soldati italiani, dalla furia criminale del nazismo. 

Anno 1943. L'Italia capitola agli Alleati con l’armistizio dell’8 settembre, e i nazisti iniziano ad uccidere soldati italiani considerati disertori in tutta la regione. La popolazione albanese rifiuta di ottemperare agli ordini dell'occupante nazista di consegnare gli ebrei residenti ai confini del paese. Prende spunto da questa storia il film documentario “The Albanian code” (“Il codice albanese”) prodotto dalla Katzir Production di YaelKatzir e Gady Castel per la Claims Conference.

L'Albania, la cui popolazione è oltre il 70% di religione musulmana, risponde ad un codice d’onore che si chiama "Besa", per cui è meglio morire che voltare le spalle a una persona bisognosa.  A tal punto che un albanese aiuta chiunque si presenti alla sua porta, anche se fosse il suo peggior nemico.  Ed in quel difficile momento storico persino il re Zog è intervenuto personalmente.  Bisogna ricordare che la comunità ebraica in Albania era molto piccola (circa 200 persone) e il numero degli ebrei salvati è stato di tanto maggiore. Le migliaia di altri che furono salvati erano arrivati in Albania da Serbia, Macedonia, Croazia e Montenegro, sapendo che lì avevano speranza di sopravvivere alle persecuzioni naziste.

In Albania gli ebrei non sono stati trattati come rifugiati ma come ospiti.  Sono oltre 2.000 gli ebrei, tra cui coloro che sono fuggiti nel paese, protetti e salvati da morte sicura. Per quanto ne sappiamo, non un singolo ebreo in Albania fu consegnato ai nazisti. "Besa" è stata descritta in un codice scritto intorno al 15° secolo ma ha radici più antiche nella storia. Significa letteralmente "mantenere una promessa". Chi agisce secondo “Besa” è qualcuno che mantiene la parola data (promessa), qualcuno a cui si può affidare la propria vita e quella della propria famiglia. Durante l'Olocausto, il codice albanese di “Besa”, o pegno d'onore, è stato messo in atto da coloro che hanno aiutato e protetto i meno fortunati, tra cui migliaia di ebrei. Questo docufilm offre una visione ampia di questi eroi poco conosciuti e allo stesso tempo offre prospettive in prima persona nel racconto di coloro che sono stati salvati e degli albanesi che li hanno aiutati. "[È] un viaggio per dire grazie", dice il regista, "al popolo albanese, che si è comportato diversamente dall'intera Europa".

Un esempio unico di solidarietà umana, di grande attualità ancora oggi, che va oltre il credo religioso e che non ha eguali in tutto il mondo. Oltre agli ebrei d’Albania la popolazione albanese, supportata dalle autorità civili, nascose e protesse decine di migliaia fra soldati italiani, profughi, ed ebrei in fuga provenienti da gran parte dal resto d’Europa. 

Il docufilm sarà presentato a Roma per la prima volta in Italia, il 24 febbraio alle ore 19,00 presso l’Auditorium dell’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi in una collaborazione tra Integra onlus, presieduta dall’italo – albanese Klodiana Çuka, in sinergia con Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (LIDU onlus), Integra solidale, associazione culturale Ipathia, TMP, Meditinere, PoloBiblo Museale Regione Puglia, Ministero Cultura Albanese, Accademia della Minerva.

Il docufilm The Albanian Code è stato presentato nel 2019 a Tirana alla presenza del Presidente albanese, di 5 Ministri e 12 Ambasciatori, guadagnando una standing ovation del pubblico presente che ha applaudito per più di cinque minuti dopo la visione dell’emozionante film. In quella occasione è nata l’idea di Klodiana Çuka di inserire i sottotitoli in italiano di cui si è fatta carico la sua Integra onlus, per la fruizione del docufilm presso il pubblico del nostro paese, in un’ideale gemellaggio nel percorso storico e nelle relative vicende che vedono Italia ed Albania vicine non solo geograficamente.

Gady Castel israeliano di origine italiana. Regista e produttore da oltre 50 anni. Alle spalle una lunga serie di oltre 65 documentari e iniziative di serie tv tra le ultime il documentario "La casa dei bambini" da cui è stata ispirata la serie rai "La guerra e' finita". Il suo documentario "Rinascere in Puglia" è stato presentato con grande successo in vari siti della Puglia (oltre 20 siti) e in diverse altre città italiane (Roma, Milano, Torino e Genova, ed altre città in tutta l'Italia.

Il suo documentario "La casa dei bambini" continua ad essere presentato in diversi siti d'Italia nonché trasmesso a Rai Storia.

Per attività culturali tra Italia e Israele è stato onorato col titolo di Cavaliere della Repubblica italiana dal Presidente Napolitano.

Vive e lavora in un kibbutz in Israele.

Media partner: www.thedailycases.com

ed il supplemento trimestrale ‘The Italian Way’

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